Ed eccoci qui, al secondo post di Mommy Wrapped In Fashion, che dire, per me è sempre un'emozione quando leggo i racconti di queste mamme meravigliose e coraggiose. Oggi, a raccontarci la sua storia, c'è elisa, che ci parlerà anche di un tema molto importante: la coletasi gradivica, non aggiungo altro e vi lascio a lei! Buona lettura
La
mia filosofia in fatto di bambini era più o meno così: se è destino che
un gagliardo spermatozoo s’innamori di uno dei miei ovuli, succederà,
altrimenti no. Allora facciamo
così: per un po’ non gli sbarro la strada, ma nemmeno programmo uno
speed date. Due mesi dopo avevo un test di gravidanza fra le mani.
Quando
scoprii di essere incinta cominciai a ridere e a piangere, mi guardai
allo specchio, mi toccai la pancia e un uragano di stupore, gioia e
paura mi travolse.
Era un giorno d’inverno e di sole, ed era il compleanno dell’uomo che poi, più avanti, sarebbe diventato mio marito…
Ero
sicura che sarei diventata mamma di una bambina, ma scoprii molto
presto di aspettare un maschietto. Vidi la pancia crescere lentamente,
scambiai i primi movimenti per
‘moti intestinali’, diventai matta per scegliere il nome, passai ore a
leggere libri su maternità e neonati, mi emozionai comprando le prime
tutine. Scacciai il pensiero del parto, perché mi terrorizzava ma, col
tempo, imparai ad avere fiducia e coraggio.
Cercai di assaporare ogni giorno come qualcosa di prezioso, certa che quegli attimi sarebbero stati irripetibili.
Come hai scoperto che stavi per diventare mamma? Come sono stati i 9 mesi di gravidanza?
Descrivimi il tuo primo incontro con tuo figlio/a
In una sola parola, dimmi cosa significa essere mamma
Qual è un consiglio che ti senti di dare a tutte le donne che sono mamme, o che un giorno sperano di diventarlo?
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Ho avuto il primo ritardo della mia vita. Dopo tre giorni ho comprato il test, dopo altri due mi sono decisa a farlo!
I
nove mesi di gravidanza sono stati otto: avevo la colestasi gravidica e
per evitare rischi i medici hanno deciso di indurre il parto a
trentacinque settimane. Sul momento
ho pensato “no! voglio scappare!”, poi ho capito che il grande giorno
era arrivato e non potevo tirarmi indietro!
Descrivimi il tuo primo incontro con tuo figlio/a
Quante
mamme pensano davvero che il loro bambino appena nato sia bellissimo?
Io, lì per lì, mi sono detta: “Che brutto…”. E poi “che piccolo”, “aiuto
come si prende in braccio”,
“gli faccio male?”. La mattina dopo sono rinsavita e, finalmente, l’ho
guardato e mi è sembrato una piccola meraviglia.
In una sola parola, dimmi cosa significa essere mamma
Caos.
Essere mamma per me è questo: stupirmi ogni giorno, innamorarmi ogni
giorno. Sentirmi troppo stanca ma riuscire a cantare una ninna nanna,
addormentarmi con il mio bambino
accanto e poi prenderlo in braccio, portarlo nel suo lettino e dargli il
bacio della buonanotte. Sentirne la mancanza, come nient’altro al
mondo. Ridere di cuore per cose semplici. Arrabbiarmi, perdonare dopo
cinque minuti, concedermi di sbagliare e imparare.
Farmi
domande e cercare risposte sempre migliori. Desiderare due ore tutte
per me, e regalarmele. Lottare contro i sensi di colpa (che perseguitano
le mamme) e desiderare un
giorno di influenza sotto le coperte (e non in giro per casa a preparare
pappe e cambiare pannolini, sempre e comunque).
Essere mamma è il caos, quello che ti travolge, magari ti tramortisce, e poi fa nascere una nuova te, giorno dopo giorno.
Qual è un consiglio che ti senti di dare a tutte le donne che sono mamme, o che un giorno sperano di diventarlo?
Ascolta
i consigli di tutti: mamma, nonna, suocera, sorella, amiche, cugini di
terzo grado, la panettiera, il portinaio. Poi fai di testa tua seguendo
questo fantomatico “istinto”
di cui tutti parlano ma nessuno ha ben capito cos’è. Se non basta, leggi
dei libri: a me ha aiutato molto “Il linguaggio segreto dei neonati” di
Tracy Hogg.
Non
credere alle madri con i figli perfetti che dormono otto ore di notte
fin dalla nascita, non si ammalano mai e non piangono mai - mentono.
Anche
se non dormi una notte intera da sei mesi, sappi che arriverà il giorno
in cui tuo figlio farà la nanna e tu sarai immensamente felice.
Vai dal parrucchiere, truccati, concediti del tempo “tuo”: fallo per te e per mostrare a tuo figlio come si fa a volersi bene.
Gioca con lui, ti divertirai un sacco!
Ricorda che hai anche un marito: per avere una famiglia felice, dovete essere una coppia felice.
Ci
saranno giorni in cui ti sentirai sopraffatta da tutto: piangi se ne
hai bisogno, chiedi aiuto e tieni duro. Ma manda a quel paese chi ti
dice che le madri devono essere
multitasking a tutti i costi. A volte essere ‘monotasking’ è molto
meglio ;-)
blog ellisteller.com
Twitter https://twitter.com/Ellisteller
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