Oggi vi racconto la bellissima storia di Anna Maria, che nonostante la gravidanza si è laureata e ha saputo affrontare anche un problema che poteva essere letale per lei e Matilde, la sua bambina. Vi lascio al suo racconto....
Sono Anna Maria, sul web Cataratta, ho 29 anni da compiere prossimamente e sono madre di un micro gineceo in espansione, costituito dalla mia primogenita Matilde, 5 anni e mezzo, frangetta e saggezza da vendere, e Egle 3 anni e mezzo, riccia e leggermente più freak.
La maternità è stata accolta con la stessa disposizione d'animo con cui si può ricevere una mazzata in mezzo agli occhi: io ero di ritorno da una passeggiata lunga sei mesi a zonzo per la Spagna, avevo la laurea di lì a poche settimane, ero geneticamente svagata e a stento sapevo badare a me stessa.
Dopo l'iniziale spaesamento post traumatico, il panico ha lasciato il posto a gioia e commozione, un vago senso di nausea e la frenesia tipica di chi sta per intraprendere un viaggio bello e faticoso.
Ci sono stati momenti allegri (molti per fortuna) e momenti in cui il senso di inadeguatezza era schiacciante, ma oggi con la discreta esperienza accumulata, posso dichiararmi ufficialmente felice.
Come hai scoperto che stavi per diventare mamma? Come sono stati i 9 mesi di gravidanza?
La prima volta l'ho scoperto nel modo più classico del mondo. Avevo un ritardo (il primo di un'onorata carriera di puntualità ormonale), così io e il mio squinzio abbiamo fatto il test. Non abbiamo dovuto aspettare neanche un istante, le due lineette rosa sono apparse subito in tutta la loro spavalderia. Durante i 9 mesi di gravidanza, ho continuato a lavorare, mi sono laureata, ho fatto il trasloco e pure un viaggio a Parigi. Purtroppo alla fine della gestazione i medici non si erano accorti che avevo un grave problema di flussimetria, con conseguente grave ritardo di crescita del feto, che poteva diventare fatale per me e per lei. Così Matilde è nata d'urgenza a 1,400 chili: me l'hanno restituita dopo 21 giorni di terapia intensiva neonatale, sana e fortissima.
La seconda volta, ho scoperto di essere incinta a circa 4 mesi. Ero in piena depressione post partum, niente di particolarmente drammatico per fortuna, ma all'epoca guardavo dottor House e mi ero fatta venire un'ipocondria biblica. Per questo il dimagrimento improvviso e la scomparsa delle mie amate mestruazioni, mi avevano fatto immaginare altri scenari, e così ho consultato tutti gli specialisti di Napoli e provincia. Solo dopo 4 mesi di estenuanti check-up, andai dal ginecologo che guardò il monitor dell'ecografo e mi disse: "Sì Cataratta, è vero, hai un corpo estraneo nell'utero. Ma ha due braccia e due gambe". Fu la gravidanza a lieto fine più breve che la storia ricordi. Dopo 4 mesi scarsi, nacque Egle.
Descrivimi il tuo primo incontro con tuo figlio/a
La prima volta che incontrai Matilde fu la sera stessa dopo il cesareo. Io mi trascinai dolorante lungo le scale dell'ospedale Annunziata, impiegai quasi tutta la notte e vedendomi in quelle condizioni l'infermiera della TIN non ebbe il cuore di rispedirmi in camera, così mi concesse di entrare nel reparto. Nel silenzio, la vidi minuscola nell'incubatrice, con gli occhi cerchiati e infiniti. Fu un momento magico.
Con Egle l'incontro è stato più prosaico. Me la portarono mentre ero strafatta di anestesia, la guardai
e pensai: - Uh cielo, ho partorito un Alien.
In una sola parola, dimmi cosa significa essere mamma
Compromesso. Essere madri significa continuamente essere in bilico tra quello che si è, quello che si vuole e quello che si deve. E a te è affidato l'arduo compito di gestire e coordinare le esigenze di tutti, tenendo bene a fuoco le tue, che spesso e volentieri verranno poggiate in un cassetto in attesa
di tempi migliori. Avrai poco tempo, poco spazio, ma sarai pervasa da un amore travolgente.
Qual è un consiglio che ti senti di dare a tutte le donne che sono mamme, o che un giorno sperano di diventarlo?
Essere madri è uno dei più grandi privilegi che la natura ci abbia dato, ma non dimenticate che si può essere tante altre cose contemporaneamente. E parafrasando i miei beniamini, vi consiglio di fare dell'eclettismo la vostra ambizione.
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