Sono onorata, per il 150esimo post di questo blog, di raccontarvi questa storia: la storia di una donna forte, quelle che piacciono tanto a me.
Chi mi segue è a corrente che da un anno frequento un
corso di laurea in Inghilterra.
La settimana scorsa durante la lezione
di storia della moda abbiamo trattato un argomento che, lo ammetto, mi
ha toccato fin da subito: la disabilità e la moda. Abbiamo parlato di
come la moda comunica con le persone disabili, se in essa vengono
rappresentati, qual è il rapporto tra sessualità e disabilità.
Io non sono una persona disabile, ma sono stata malata e questo ha
cambiato il modo in cui la gente esteriormente mi vedeva. Se c'è una
cosa che, però, ho sempre pensato è che la vera disabilità sta nelle
menti delle persone che, per dirla alla Mary Poppins, "non guardano più
in là del loro naso". Si fermano alle apparenze e alla superficialità
delle cose e soprattutto delle persone.
Oggi io, e di conseguenza il mio blog, siamo onorati di ospitare ed
intervistare la mente geniale di una donna. Perché citando lei stessa
"prima sono una donna, poi sono disabile". Ed essere disabili non
significa fermare la nostra vita, ma trovare mille motivi ed ingegnarsi
per viverla fino in fondo. Lei si chiama Valentina Tomirotti, anche lei
blogger, ha fondato Pepitosa Blog nel 2012.
La descrivo solo con 3
parole: ironica, autentica, viva (e anche di una gentilezza unica). Le ho
chiesto cosa pensasse del rapporto tra la moda e la disabilità e ci
racconta anche di un progetto che dovrebbe interessare ogni donna.
Nella società attuale come pensi vengano viste le persone affette da disabilità?
Non voglio uniformare un discorso così importante, vero è che troppo spesso la disabilità è associata a qualcosa di astratto e si creano scuole di pensiero, dove il disabile viene considerato molto spesso entità da venerare per il proprio trascorso di vita, altre scuole invece non accettano la diversità delle persone e così giocano a prenderle di mira.
Ti è mai capitato di sfogliare una rivista di moda , o un giornale online moda e trovare delle campagne pubblicitarie che ritraevano persone disabili?
Sì se penso a stampa o siti internazionali, mai o quasi mai sul territorio italiano. La disabilità in Italia non entra nel mondo della moda o se lo fa è attraverso pertugi di 2° classe o di minora importanza. Soprattutto la disabilità da noi se anche contagia la moda, viene censurata, nascosta o raccontata coprendola. Potrei farti l’esempio di un famoso marchio di lingerie che ha deciso di fotografare una ragazza disabile (ma fisicamente normale) vestita con un completino intimo, appoggiata ad un divano dove s’intravedeva una stampella coperta da un foulard.
La gente pensa che dovremmo stare a casa a piangere sui nostri problemi, hai qualche alternativa?
Di quello che pensa la gente o certa gente dovremmo fregarcene, questo sarebbe il vero grande passo alternativo. Non è la loro vita, ma solo la nostra. Tirare fuori il nostro carattere.
Pensi sia differente il modo di porsi sensualmente e sessualmente per una donna disabile ?
Assolutamente sì, sia in termini fisici che a livello concettuale. Una persona disabile viene considerata il più delle volte, un’entità asessuata. Non sta a noi dover dimostrare il contrario, comportiamoci da persone normale. La normalità è la forma di accettazione migliore.
Che rapporto pensi che abbia la moda con la disabilità?
La moda guarda la disabilità con sospetto, soprattutto perché l’essere disabile non conferma certi canoni fondamentali e schemi mentali che vengono ogni giorno alimentati nel mondo patinato della moda. Qualcosa sta cambiando, ma sicuramente c’è tanto lavoro d’informazione da fare. Sfondare muri a colpi di realtà sociale.
Che cos'è Boudoir Disability? Qual è il messaggio?
Boudoir disability è abbattere quei muri che ti dicevo prima, è un progetto di antidiscriminazione femminile per il binomio femminilità/disabilità. Tutto è partito con un servizio fotografico di me inlingerie. Il mondo del web e non solo ha poi capito che quelle foto da pugno alla stomaco, erano solo il mezzo per iniziare a scardinare un preconcetto sbagliato: anche chi è disabile può piacere, eccome.
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Courtesy of Valentina Tomirotti |
Cosa diresti alle giovani donne che non hanno ancora magari trovato il coraggio di accertarsi con i loro difetti? Non ho la presunzione di essere un modello di
seguire, ma mi rendo conto di avere un bagaglio da raccontare che può
essere utile ad altre donne che non trovano la serenità che meritano. Il
mio consiglio è imparare ad ascoltarsi qualunque cosa abbiamo da dire.
Che rapporto hai con la tua femminilità ?
La mia femminilità è tutta lì da vedere o da scovare, sicuramente
non è canonica, ma la curo e mi piace esaltarla in un modo equo al mio
contesto di vita, senza esagerare ma nemmeno nascondendola.
E con la sessualità?
La sessualità merita di essere vissuta in modo normale, accade tutto
come a chiunque, se deve accadere, magari è pure meglio, chissà, di
certo non mi reprimo, non ne vale la pena, è una delle esperienze più
belle che la vita ci regala.
la gente le definisce "immagini forti" tu ritieni che lo siano?
Si assolutamente ne sono consapevole ed era lì che volevo arrivare.
Se non crei una rottura non fai breccia, non in questi temi. Bisogna
osare, serve carattere e spalle larghe, ma poi la soddisfazione è
ripagata attraverso tutte le donne che mi hanno scritto per ringraziarmi
perché il mio coraggio ora è il loro, di mostrarsi così, perfettamente
imperfette come sono.
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Courtesy of Valentina Tomirotti |